LA BELLA SAN MARINO

Bella San Marino.

Girarla a piedi, in bici, con il motore e dai, anche in macchina.

Ma non con il camion. Proprio no.

Strade con salite al 20%, rotonde con velocità d’ingresso ai 70 km orari, fabbricati costruiti da fantasiosi ingegneri  in posti dove neanche un capanno da caccia sarebbe autorizzato.

Ma stavolta mi tocca.

Devo ritirare due cassoni alla taldeitali di Faetano. Suono, mi aprono e riesco a trovare quasi subito l’omino che mi carica i cassoni. 
Però, c’è sempre un però.

L’omino mi dice che devo sentire con l’ufficio per la bolla, che lui non sa niente, che passava di lì per caso, che anzi sono stato fortunato a trovare lui.

-      -  Dov’è l’ufficio? Chiedo.

-       - Vai in fondo, giri dietro la scansia, vai a destra c’è una porta, entri ,vai a sinistra, prendi l’ascensore e schiacci il 2, esci e vai a sinistra.
A scansia mi ero già perso. Ma non dico niente. Orgoglio di camionista che satuttelestrade.

Faccio tutto alla bene e meglio, trovo anche l’ascensore e spingo sul 2. Ci mette una vita, ma sto lavorando, che fretta c’è?

Esco dall’ascensore. Penombra. No anzi, buio. E adesso?

Mi trovo di fronte ad una porta con il maniglione antipanico. 
Visto che son fresco di The Walking Dead mi aspetto che di là ci sia uno zombie affamato pronto ad azzannarmi il collo.
Apro.
Piano.

Luce, nessun zombie. Cazzo che caldo! Ci saranno 32 gradi all’ombra. Nella hall non c’è nessuno.

-       - Permesso?

-       - Arrivo subito! mi risponde una vocina femminile.

Sicuramente arriverà in bikini e pareo con una bibita ghiacciata in mano da offrirmi. 
La caldagna sta già annebbiando il mio cervello.

-     -   Mi dica!

Purtroppo è vestita, ma è comunque molto, moooolto bella.

Poi attacco.

-       - Sono della ditta parappapà, ho caricato tarattatà, mi servirebbe la bolla pirippipì… e via discorrendo.

Ad ogni mia parola i suoi occhi si dilatano sempre più. 
Sembra Titti nella gabbietta mentre vede arrivare Gatto Silvestro. 
Manca solo che dica “m’è semblato d’avel visto un gatto!”

-      - Guardi…qui…non so...aspetti che sento con la mia collega! Ci vorranno 5 minuti perché adesso è impegnata, si accomodi pure!

 E si gira.

Mentre se ne va, il mio cinico occhio di maschio scende appena un pochino, sul suo lato b. Applausi, noooo troppo poco, stending ovescìon.

 D’altronde, diobono, ci saranno dei motivi perché mi hai fatto così basso. E uno è senz’altro questo, poter ammirare da vicino tale perfezione.

 Mi siedo.

Mentre sfoglio i miei pensieri, sento un tacco dodici arrivare.

-       - Già fatto? Penso.

 Non è lei, ma una scintillante cinquantenne tuttapposto con tagliando,olio e freni appena fatti. Un usato garantito. Poi va bè, i chilometri chi li guarda più.

E’ assorta, ma tanto assorta nei suoi cazzidipensieri.
 Noto che mentre cammina è intenta ad armeggiare con le manine ad altezza pericolosa.

 Prima allenta la cinghia, poi la sfila, sbottona il primo bottone  e via, giù anche la botella del jeans ipermegattillato.
Ullapeppa!

Arriva davanti ad una porta, penso sia quella del bagno, ma non escludo possa essere quella del capufficio. 
Si ferma un attimo e qui compie l’immane gesto.

Con una scrollatina fa scendere il jeans a metà mutanda.
Perdindirindina!

Sudo.  
E tanto.

Rimane girata a tre quarti verso di me, ma continua a non vedermi, grazie forse ad una pianta di nonsochecosa che mi mimetizza. 
Istanti.
Poi va per aprire la porta e mi vede.

(Alè, mi ha tanato!) Si sveglia dal suo apparente torpore.

-      -  Buongiorno!

Non faccio in tempo a rispondere che è già tornata indietro velocemente, con una risatina. 
Rimango lì, seduto e sudato. 
Un minuto e altre risate femminili arrivano dall’ufficio vicino.

Torna la tipa della hall. Ora mi dirà,

-       - Ok, c’è una telecamera lì, una lì e un’altra anche lì, faccia un saluto, è su Candid Camera TeleSanMarino!

E invece no, si siede e va al telefono.

Passa un altro minuto e arriva la sua collega che sa tutto, tutta instivalata in degli stivali sotto al ginocchio ultimo grido, tutta molto agGRRRessiv.

- Cazzo, ma per essere assunte qui quanti casting avete superato? Avrei voluto chiedere.

-      -  Buongiorno, mi dica!

 E io riparto con la solfa

-      - Sono della ditta parappapà, ho caricato tarattatà, mi servirebbe la bolla pirippipì…

Mi guarda strano, come fossi un omino verde con il caschetto da aviatore e stessi dicendo ciribiribi kodak, ciribiribi kodak.

Si massaggia le tempie, come avesse mal di testa per aver mangiato il gelato troppo in fretta.
Mi riguarda con l’aria tra lo scocciato/ma chi cazzo sei/mi girano le palle.

Dopo aver aperto qualche cassetto, spostato tre penne e sbuffato 700 volte mi dice che lei non mi può fare la bolla.

-       - Va bene, non c’è problema. Dico io.
 Mica ti posso fare incazzare.

Lei con l’aria tra il sorpreso/sollevato/te la potrei anche dare, accenna un sorriso.

-       - Ok poi ci sentiremo con la sua ditta, arrivederci.

-       - Arrivederci.

Mentre sto uscendo dalla porta, ne arriva un’altra, un’altra strapassera, una mora ricciolona.

-Vado giù! Dice a voce alta a non so chi.

Gli tengo la porta e la faccio passare. 
Mi dirigo verso l’ascensore. 
Lei mi chiede:

-       - Dove deve andare?

-      - Bella domanda! Penso. 
-E chi lo ritrova il camion adesso? Ripenso

-        - Devo scendere di sotto, al magazzino.

-       - Venga con me giù dalle scale, che l’ascensore ci mette una vita. La accompagno io.

-        - Vengo dove te vuoi te con te! Penso, ma secondo me lei ha sentito, perché sorride.

Riesco a ritrovare il camion.

Bella San Marino.

A volte anche con il camion.